Da sempre l’Abruzzo è terra vocata alla viticoltura e dalle produzioni in quantità importanti. Ma non sempre i vini di questa regione hanno raggiunto la fama (con le dovute eccezioni). Ecco perché.
Contents
ToggleCon le sue numerose colline di arenaria, sulle quali si alternano terreni ghiaiosi ed argillosi, il territorio abruzzese costituisce l’habitat ideale per la coltivazione della vite. La sua vocazione deriva dalla peculiarità di una regione che in un’area dall’estensione di 50 km racchiude montagne e mare: una caratteristica che consegna alla produzione viticola alcune peculiarità.
A questa sintesi paesaggistica corrisponde un’altrettanto perfetta sintesi climatica tra l’asprezza delle vette e la dolcezza della brezza marina che inonda di salinità le colline: il risultato è una terra, quella d’Abruzzo, da sempre vocata alla produzione del vino. Le prime coltivazioni risalgono infatti ai Fenici e ai Greci che colonizzarono questo territorio prima dei Romani e, da sempre, hanno avuto rese abbondanti.
Ad esaltarla ci sono anche diversi primati, sebbene ancora sconosciuti ai più: in Abruzzo sorge uno dei pochi vigneti al mondo coltivati nel cuore di un parco Nazionale. Una cartolina affascinante per qualunque appassionato.
Ma non solo: il Montepulciano d’Abruzzo, vino-simbolo della produzione regionale, si contende il primato nazionale dei vini più venduti nella GDO con giganti del calibro di Chianti e Lambrusco e costituisce la stragrande maggioranza della produzione a denominazione, circa 1 milione di ettolitri l’anno sul totale prodotto nella regione dei Parchi di 3,8 milioni di ettolitri annui che la pone al quinto posto tra le regioni italiane produttrici per quantità.
Eppure tanta ricchezza del territorio non sposa sempre una fama altrettanto sontuosa. Ecco perché.
Vino Abruzzo: una quantità da record che fa coppia con la qualità
Anche quest’anno la produzione di vino è stata intensa: 3,34 milioni di ettolitri prodotti in totale. È la stima di Assoenologi, Ismea e Unione italiana vini.
Numeri da record per un territorio tutto sommato piccolo come il nostro, che fanno dell’Abruzzo la quinta regione italiana per produzione di vino, preceduta soltanto da colossi del calibro di Veneto, Puglia, Emilia Romagna e Sicilia.
Uno sguardo d’insieme sul comparto ci dice che:
- la superficie vitata complessiva in regione sfiora i 32mila ettari (dei quali il 58% si trova sulle colline litoranee, il 38% su quelle interne e il 4% in montagna e più precisamente nell’Aquilano)
- la produzione si divide per il 60% tra rossi e rosati (il Cerasuolo!) e per il restante 40% è di bianchi
- le Denominazioni vinicole in Abruzzo sono 17: una DOCG, 8 DOC 8 e 8 IGT
Vino Abruzzo: perché il mondo lo sta scoprendo solo ora
È del giugno scorso il lungo approfondimento che Forbes ha dedicato ai vini abruzzesi e prima di questo intervento c’erano già stati speciali curati dalle più note riviste di settore.
Una vetrina prestigiosissima per la produzione vinicola abruzzese che vede finalmente riconosciuta ed esaltata la tipicità della sua produzione: è proprio questa la grande scoperta degli ultimi anni che riguarda l’Abruzzo che da sempre offre i suoi semilavorati (mosti e sfusi) ad altre produzioni che utilizzano la potenza e la duttilità dei rossi regionali per creare uvaggi anche per etichette top.
Dunque la relazione fra la regione e la viticoltura risulta complicata proprio per questo: una peculiarità geografica che non ha eguali, una produzione tra le più massicce d’Italia, una vasta gamma di denominazioni premiate e celebri che forse sono più custodite che vantate.
È questo lo scotto che paga il vino abruzzese, figlio di una regione che resta sempre all’ombra dei riflettori.
L’Abruzzo del vino: la spinta giusta nel segno del BIO
Il biologico è sicuramente un trend dei nostri tempi ma prima ancora deve essere una ferma convinzione, un approccio alla vita quotidiana.
Il mondo del vino non fa eccezione e noi della famiglia Jasci produciamo nel segno del biologico da 40 anni supportando la forza della tradizione con l’aiuto dell’innovazione tecnologica ma senza mai perdere di vista l’obiettivo di perseguire costantemente una visione sostenibile a tutto tondo.
Dalla struttura della cantina concepita con le regole della bioedilizia, alla logica della trasformazione, fino all’acquisizione delle risorse energetiche necessarie in alcune fasi della produzione: tutto in casa Jasci è stato concepito e costruito negli anni perché fosse meno inquinante e più sostenibile possibile.
Noi crediamo al biologico e per questo i nostri vini nascono così da sempre.
Vino Abruzzo: perché questa regione rappresenta un territorio vitivinicolo d’eccezione
Se non hai ancora avuto modo di scoprire l’Abruzzo del vino, il vastese è una delle zone dalle quali iniziare la tua esplorazione, se non altro perché – storicamente – si tratta di una delle zone più vocate per la viticoltura in Abruzzo. In quest’area, al confine sud della regione, si concentra la maggior parte della produzione vinicola locale.
Le vigne che respirano qui danno frutti forti e irruenti, decisi, che sanno come prendersi i meriti che a essi spettano senza alcun aiuto. Ma quando si riesce a domarne l’esuberanza, le uve dell’Histonium (antico nome di Vasto) si trasformano in vini eleganti e nobili, dai tannini vivi ma morbidi e dalla salinità che ricorda tanto la brezza dell’Adriatico, delicata e profumata di mare.
Noi Jasci, che da generazioni abitiamo queste aree, lasciamo che dall’interazione tra i fattori naturali e l’esperienza maturata in decenni di lavoro, nascano vini di grande qualità, dalla spiccata tipicità legata al territorio e ai vitigni di provenienza. Le ampie escursioni termiche che si registrano anche in estate, fanno il resto nella maturazione delle uve, sviluppando nei frutti profumi caratteristici che solo in questa regione possono venir fuori.
Vino Abruzzo: la mappa delle zone di produzione
I vigneti abruzzesi si trovano prevalentemente nelle aree costiere e solo in minima parte in alcune zone interne più “riparate” dai rilievi appenninici che, come abbiamo detto, fanno da scudo al clima più umido e freddo che arriva dal versante del Tirreno. Le prime, con i terreni sabbioso-argillosi, sono vocate alla coltivazione di uve a bacca bianca; le seconde, dai terreni calcareo-argillosi, sono ideali per i vitigni a bacca nera del tipico Montepulciano, che insieme al Trebbiano rappresenta la punta di diamante dell’enologia abruzzese.
Quest’ampia distribuzione sulla fascia adriatica non è tuttavia omogenea: l’80% della produzione vinicola abruzzese si concentra a sud della regione, a ridosso dell’incantevole Costa dei Trabocchi, dove non solo il mare regala un panorama unico ma la sua brezza, unita alle forti escursioni termiche, crea un microclima ideale. Non a caso, la provincia Chietina è quella, tra le 4, più vocata alla viticoltura, che qui offre dei bianchi d’eccezione: Pecorino, Passerina e Cococciola.
Proprio a ridosso di questa straordinaria porzione di Adriatico, nel Vastese, sorgono Le Tenute Jasci, dove da 40 anni produciamo vino biologico dalla spiccata tipicità legata proprio a questo territorio e ai vitigni di provenienza.