Gli arrosticini sono oramai famosi, ma ci sono moltissimi altri piatti locali da scoprire. Qui trovi ricette e abbinamenti giusti con i vini d’Abruzzo.
Pasta alla chitarra, sagne e ceci e sagne e fagioli, gnocchi, cannelloni e timballi ma anche minestre, brodetti di pesce, pecorini stagionati e agnello alla brace: i piatti e i prodotti tipici abruzzesi sono tanti, anche se in gran parte poco conosciuti fuori dai confini regionali.
Oggi Abruzzo a tavola per molti è sinonimo di arrosticini, ma c’è molto, molto di più che rende quello della regione dei Parchi un vero e proprio menu da scoprire. Che poi gli spiedini di carne di pecora costituiscano il simbolo per eccellenza della gastronomia abruzzese è inconfutabile, ma la cucina locale sa stupire anche con ricette e sapori che non ti aspetti, ai quali la regione è in grado di offrire un valore aggiunto: l’abbinamento con i vini del territorio.
L’Abruzzo racchiude mare e montagne in un’area dall’estensione di appena 50 km e questa felice sintesi climatica (oltre che paesaggistica) imprime ai suoi vigneti profumi e sapori d’eccezione. Per questo motivo andare alla scoperta dei vini del territorio e dei suoi piatti tipici rappresenta un viaggio a 360 gradi nel gusto. Per renderlo maggiormente appetibili al lettore curioso, abbiamo stilato una guida completa agli abbinamenti dei vini con ricette e prodotti della tradizione locale.
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ToggleVini d’Abruzzo: Montepulciano ma non solo
Il montepulciano d’Abruzzo è uno dei principali rossi italiani e prende il suo nome dall’omonimo vitigno autoctono a bacca rossa. Il colore rosso rubino intenso e il sapore asciutto e corposo fanno sì che si sposi alla perfezione con le carni locali e con primi piatti al pomodoro: agnello e capretto arrosto, ma anche selvaggina, ragù fatti secondo tradizione con carni di maiale, manzo e l’immancabile agnello.
Il montepulciano d’Abruzzo eccelle se abbinato ai primi piatti abruzzesi al sugo, soprattutto se a base di carne come gli spaghetti alla chitarra – la caratteristica pasta fresca all’uovo tirata spessa con uno strumento simile proprio alla chitarra – conditi con un denso ragù con le “pallotte” (polpettine di carne piccolissime) proprie della tradizione teramana, oppure gnocchi di patate o ancora sagne e fagioli con le cotiche, una pasta bianca tirata spessa e tagliata a striscioline di circa 8 centimetri, con un sugo lento di pomodori pelati e pezzetti di cotenna di maiale lasciata stufare a lungo nella zuppa.
Anche il rapporto tra vino e i formaggi abruzzesi è privilegiato perché un buon bicchiere di Montepulciano rappresenta il miglior accostamento con i pecorini più stagionati che la tradizione casearia regionale regala.
Tra questi, sono famosi anche fuori dai confini regionali il pecorino di Farindola, il marcetto di Castel del Monte e il Gregoriano di Scanno, insignito di recente del premio come miglior formaggio dell’anno in Italia. Si tratta di formaggi di latte di pecora, con un sapore piccante e particolarmente intenso che, anche per questo, possono essere gustati al meglio con un vino rosso ricco di tannini morbidi come il montepulciano d’Abruzzo.
Cerasuolo, vino d’Abruzzo versatile tra carne e pesce
È il rosato che non ti aspetti, prodotto all’85% almeno dalle uve Montepulciano secondo il disciplinare dettato dalla Denominazione di Origine Controllata (DOC) Cerasuolo d’Abruzzo.
Nelle versioni moderne più o meno carico di colore, il Cerasuolo d’Abruzzo della tradizione è decisamente colorato e rosato e la nouance anticipa al meglio i suoi sentori tipici di “cerasa” (ovvero ciliegia, dal latino “cerasa-ae”, conservato dal dialetto locale) e frutti a bacca rossa.
Ottimo come aperitivo abbinato a formaggi di media stagionatura, come le caciotte o i pecorini più delicati. Sorprende accanto alle ricotte e ai caratteristici fiadoni abruzzesi, una vera delizia per il palato, che assomigliano a grandi ravioli salati a base di formaggi misti e uova cotti al forno e che in certi centri abruzzesi si avvolgono anziché in pasta salata in una pasta dolce: una scoperta quasi da haute-cuisine, che propone un contrasto inatteso ed eccitante.
Il Cerasuolo può accompagnare, sempre nell’antipasto o nell’aperitivo, salumi tipici e moderatamente piccanti come la Ventricina di Guilmi, la mortadellina di Campotosto o il salame schiacciato aquilano.
Durante i pasti il cerasuolo è l’accompagnamento perfetto per le zuppe e i brodi, specialmente se leggermente insaporiti dal pomodoro, per le carni bianche o rosse in cotture più delicate e non disdegna l’abbinamento con primi piatti a base di verdure o ortaggi.
L’abbinamento che sorprende, però, è quello con il pesce: grigliate, arrosti, o anche pesce marinato (come il tipico sgombro con la cipolla o le alici) ma quel che consigliamo di provare, almeno una volta nella vita, è il brodetto di pesce dell’Adriatico, una zuppa di pesce che in ogni zona si fa in modo leggermente differente. Una delle versioni più famose è il brodetto alla Vastese, un trionfo del mare abruzzese a tavola a base di cozze, vongole, merluzzi, code di rospo, razze, scampi, calamari, mazzancolle, pannocchie e rombi, con o senza pomodoro in base alle ricette locali.
Trebbiano, vino bianco d’Abruzzo che porta la freschezza del mare in un calice
I vini più famosi d’Abruzzo non sono solo rossi.
Con i vini bianchi andiamo diretti nel campo degli abbinamenti con il pesce, certamente un pilastro nella tradizione culinaria della fascia costiera regionale. Elegante e delicato ma dal sapore vivace, con note fruttate e retrogusto di mandorle e vaniglia, il trebbiano si abbina perfettamente ad una semplice grigliata mista dell’Adriatico (sogliole, scampi, calamari, triglie e merluzzi) ma anche a ricette di pesce più complesse, in casseruola o al forno o seppie ripiene.
Per chi non predilige il colore nel vino, i bianchi abruzzesi rappresentano l’abbinamento con i primi di pesce, ma si sposano bene anche con piatti in bianco alle verdure o alle carni bianche in cotture delicate.
Oggi il trebbiano o il pecorino, altro bianco d’Abruzzo particolarmente celebre in questi anni, sono alla base della scelta per l’aperitivo, ad accompagnare finger-food o stuzzichini leggeri. Serviti ben freschi, questi vini sono una scelta particolarmente azzeccata per le serate in compagnia.
La curiosità: gli estimatori del Trebbiano amano esaltarne la freschezza e la sapidità in abbinamento ad un semplice piatto di fettuccine all’uovo condite semplicemente con burro e salvia.
Pecorino, il vino d’Abruzzo del pesce e delle carni bianche
Vanta l’IGT (Indicazione Geografica Tipica) Terre di Chieti il Pecorino, l’altro bianco abruzzese, ugualmente fruttato e corposo come il Trebbiano, prodotto dalle prime uve che vengono raccolte dal vitigno omonimo. Anche il Pecorino si sposa alla perfezione con i piatti tipici di pesce, soprattutto con i più sfiziosi, come le alici pastellate con uova e farina prima di essere fritte (le cosiddette “alici sperone”). Questo vino si beve molto bene, però, anche con le carni bianche come il coniglio alla cacciatora, una ricetta tipica abruzzese a base di questo tipo di carne stufata in casseruola con pomodoro fresco, peperoni e olive.
Come abbiamo detto, il vino Pecorino ha una precisa indicazione geografica di produzione: nasce nella provincia Chietina, quella che tra le 4 abruzzesi è la più vocata alla viticoltura, sulle prime colline del Vastese, a ridosso del mare della celebre Costa dei Trabocchi.
Bevi l’Abruzzo, bevi biologico, scopri i vini Jasci: tradizione e sostenibilità
A rappresentare l’Abruzzo del vino i vini di Jasci si distinguono per la lunga tradizione legata biologica che rende questa cantina antesignana rispetto a un trend che oggi si conferma vincente. Tra i comuni di Scerni, Pollutri, Casalbordino e Vasto, la produzione di montepulciano, cerasuolo, trebbiano e pecorino, oltre a qualche gemma sperimentale (come il premiato Sauvignon Kretos al Piwi International) dà a chi sceglie l’originale Jasci il piacere della scoperta di una gamma di prodotti tipici, certificati e premiati.
Da oltre 40 anni Jasci abita queste terre che vengono conservate pulite e sane e sulle quali nascono uve interamente prodotte e lavorate in azienda, biologiche perché il rispetto della natura e la sostenibilità del nostro lavoro è un grande valore che intendiamo rispettare e divulgare con ogni forza a nostra disposizione.